UNA DECISIONE CONDIVISA E COLLETTIVA
Siamo un'associazione ONLUS che lavora contro la violenza ed il maltrattamento sulle donne della provincia di Bergamo, in un vasto territorio nella alta/media Valle operative dal 2008.
Abbiamo deciso all'unanimità di sostenere attivamente la mobilitazione nazionale lanciata per il 26 novembre 2016 " NON UNA DI MENO", organizzando un PULMAN verso Roma (per informazioni ed adesioni tel. al 035-710868 o 3453456285)
Riteniamo sia URGENTE uscire politicamente con carattere unitario nelle differenze di appartenenza, per denunciare il vuoto e la non volontà politica volte a superare le discriminanti ancora pesanti nei confronti delle donne siano esse native o di altra provenienza, regolari o irregolari.
La crisi economica usata pretestuosamente sta solo e di fatto demolendo diritti e democrazia per tutti e purtroppo in misura maggiore per le donne, oggettivamente "secondo sesso" in questo contesto sociale, da decenni tollerato o addirittura sostenuto: Ci riferiamo alle latenze in merito a politiche occupazionali femminili degne (dati ocsa recenti stimano un 51% di salariate, parzialmente compensate da lavori saltuari e in nero; dunque si può affermare che il 49% delle donne è disoccupata o inoccupata o non produttiva per l'impossibilità di conciliare lavoro con "lavoro di cura e riproduzione" prevalentemente femminile). Da un reddito basso e precario si innesca a cascata una serie di disagi vitali come l'emergenza abitativa, il mancato accesso alle cure e più genericamente alla salute, l'impossibilità ad una genitorialità cosciente e responsabile (...altro che fertily day), preso atto della debole prevenzione contraccettiva e dell'ipocrita sistema legato all'obiezione di coscienza per l ' IGV ( dati ufficiali ocsa rilevano percentuali OdC dal 70% al 90% differenziati sul territorio).
I tagli al welfare o meglio servizi pubblici sono strutturali, spinti ad una selvaggia privatizzazione impediscono alle persone di nuova povertà di accedervi, ma casomai a divenirne sostitute involontarie, aggravando il quadro d'arretratezza rispetto all'autodeterminazione o semplicemente all'autonomia. Per le donne vittime di violenze anche pronte per percorsi di libertà, con questi presupposti e con i lunghissimi tempi degli iter processuali, diventa spesso un salto nell'orrido.
NON E' PIU' TEMPO PER ASPETTARE, NESSUNO LO FARA' PER NOI!!!
FAI GIRARE, PARTECIPA, TI ASPETTIAMO!